lunedì 31 marzo 2008

Il lupo perde il pelo ma non il vizio

E' stato un brutto colpo quando un paio di giorni fa ho letto sul Giornale di Vicenza la presentazione della candidata sindaco Franca Equizi e della sua lista, Riscossa Democratica.
In un passo dell'intervista, l'ex assessore Equizi diceva che non avrebbe mai potuto candidarsi assieme alla lista Vicenza Libera, a causa dell'eccessiva presenza di no global e gente dei centri sociali.
Confesso che ci sono rimasto male. In realtà, come ogni "ragazzo dei centri sociali", sono piuttosto abituato ad essere tenuto in scarsa considerazione dagli esponenti del mondo politico. Ma continuo ad essere poco abituato ai voltafaccia.
Nell'ultimo anno e mezzo di vita al presidio permanente avevo creduto (e con me anche molti altri) che tra "noi dei centri sociali" e Franca Equizi si fosse costruito un rapporto di fiducia e di rispetto. Avevo messo da parte l'astio accumulato durante gli anni in cui la pasionaria leghista tuonava in consiglio comunale contro i centri sociali, i continui sussulti xenofobi nei confronti dei rom, e quant'altro. Mi ero convinto che la causa del Dal Molin fosse davvero riuscita a compiere un miracolo, a riavvicinare persone distanti anni luce, a far camminare fianco a fianco chi fino a poco tempo prima non riusciva nemmeno a guardarsi in faccia.
Ne avevo parlato anche con Franca, qualche tempo fa, mentre, seduti su una panchina del centro sociale Bruno di Trento, mangiavamo un (ottimo) piatto di pasta per rinfrancarci dopo la contestazione a Prodi. Le spiegavo quanto strano fosse per me pranzare assieme a lei in un centro sociale; mi disse che tutto sommato aveva cambiato idea su di noi, che credeva fossimo persone diverse, e che invece aveva scoperto che noi dei centri sociali siamo gente "con le palle" (che per una leghista presumo essere uno dei migliori complimenti che si possano fare).
Era stata una bella conversazione, una di quelle che ti fanno sentire orgoglioso del valore di ciò che stai facendo.
Per questo mi ha dato fastidio leggere quell'intervista. Perchè non ho capito se la Equizi abbia messo da parte l'esperienza degli ultimi due anni nella speranza di raggranellare qualche voto in più, o se invece l'abbia sempre pensata in questo modo, e abbia semplicemente considerato il tendone del presidio come un palco scenico su cui inscenare la sua recita.
Le due alternative mi sembrano talmente bieche e meschine che non riesco a decidere quale delle due possa essere peggiore.

Giudizio sintetico: mavvaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaffanculova!

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