lunedì 31 marzo 2008

Vicenza libera...

... dai proclami sulla sicurezza. E, di conseguenza, da Valerio Sorrentino. E dagli sceriffi del Partito Democratico.

A Vicenza la criminalità NON è in aumento. Gli addetti ai lavori lo sanno perfettamente: lo sa la questura, lo sanno i vigili urbani, lo sa benissimo anche Valerio Sorrentino. Vicenza è una città tutto sommato tranquilla, si può girare tranquillamente per le strade, anche e soprattutto di notte, visto che dopo l'una non c'è anima viva (e nemmeno anima morta).
Un paio di anni fa l'ardito Sorrentino veniva intervistato da un cronista del Giornale di Vicenza, che gli faceva delle domande riguardanti per l'appunto il problema della sicurezza e le contro misure adottate dal comune. Inconsapevolmente l'assessore svelava in modo molto esplicito la fallacia e l'inconsistenza delle proprie politiche, dichiarando che di fatto a Vicenza non c'erano veri e propri casi di crimine diffuso tali da mettere a rischio la sicurezza dei cittadini. Il problema da risolvere era piuttosto quello della "percezione di insicurezza", che può essere causata, secondo Valerio, da gruppi di immigrati che stazionano di fronte ai locali, o da persone che camminando per la strada sputano per terra.
Non spiegava però Sorrentino come potessero risolvere questo tipo di problemi misure come l'installazione di sistemi di videosorveglianza, o l'aumento delle pattuglie di vigili urbani, o l'assunzione di squadre di Pantere, o le ordinanze che vietano di fare qualsiasi cosa nei parchi che non sia attraversarli a piedi.
Non sembrava nemmeno rendersi conto che la causa della percezione di insicurezza non è causata dai gruppi di immigrati, quanto piuttosto dal modo ossessivo con cui questo tipo di tematiche invadono i mezzi di comunicazione ed i dibattiti politici.
E' piuttosto logico che un cittadino si senta insicuro, se ogni giorno legge sul giornale che il problema della sicurezza sta diventando pressante, che non ci sono abbastanza vigili, che non ci sono abbastanza carabinieri, che bisogna ingrandire la questura, che bisogna installare più telecamere, che bisogna fare ordinanze più restrittive contro i mendicanti, che i parchi sono diventati ricettacoli di malviventi, e via dicendo.
Piuttosto, è poco logico che questo tipo di discorsi non prendano se non raramente in considerazione i problemi o le situazioni che questo tipo di provvedimenti dovrebbero risolvere.
Faccio un esempio concreto.
Qualche anno fa il sindaco Hullweck firmò un'ordinanza con cui vietava di bivaccare nei parchi cittadini. Suscitò molto scalpore, nonchè una squallida e classista iniziativa promossa dal democratico Quero, il quale sosteneva che per porre fine al degrado dei parchi non servivano ordinanze, ma era necessario che i vicentini tornassero a vivere gli spazi verdi.
Nessuno ebbe la premura di provare a capire qual'era il vero motivo alla base dell'ordinanza. Lo scoprii qualche anno dopo, intervistando a riguardo il comandante dei vigili per una ricerca che stavo facendo. Mi disse che in realtà l'ordinanza era stata predisposta per porre rimedio a dei casi specifici di persone già note alle forze dell'ordine ed ai servizi sociali, che spesso disturbavano la quiete di Campo Marzo e dei Giardini Salvi.
Riepilogo: un gruppo limitato di persone con problemi di tossicodipendenza stazionano presso un parco. Per risolvere il problema, viene stilata un'ordinanza che vieta di fare praticamente qualsiasi cosa nei parchi cittadini; vengono assoldate squadre di vigilantes privati (le Pantere) per sorvegliare sul rispetto di tali norme; le persone all'origine del problema vengono considerate un problema di ordine pubblico, e vengono fatte oggetto di multe e denunce.
Il problema è stato risolto? No.
Cosa si è ottenuto? Che i parchi sono diventati dei non-luoghi, dove tutto è vietato. Non è vero che prima dell'ordinanza i vicentini non vivevano i parchi della loro città. Adesso invece fanno fatica, perchè buona parte delle attività che richiamavano i cittadini nei parchi sono state vietate. Mi è successo personalmente più e più volte di essere rimproverato perchè giocavo a calcio a Parco Querini, o perchè mi sdraiavo su una panchina a prendere il sole.
Se si volesse essere concreti, bisognerebbe prima di tutto iniziare a considerare i tossicodipendenti e gli "sbandati" (come vengono chiamati) delle persone che hanno bisogno di qualche forma di aiuto e di assistenza, e non dei criminali che vanno cancellati dalla città perchè ne peggiorano il "look". Poi bisognerebbe provare a organizzare delle iniziative che rendano i parchi (e soprattutto altre aree della città, quelle veramente degradate) più fruibili e più vivibili.
E soprattutto, bisognerebbe smettere di inondare le pagine dei giornali con questa retorica securitaria da quattro soldi, che è una delle cause principali della preoccupazione dei cittadini.
Al contrario, il dibattito sulla sicurezza non è più nemmeno un dibattito, perchè i partiti politici l'hanno assorbito a tal punto che è diventato scontato, e le politiche di tolleranza zero sono uno dei più solidi tra gli ormai innumerevoli "valori" condivisi da centro-destra e centro-sinistra.
E pensare che qualche anno fa certi discorsi li faceva solo Gentilini...

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